Pesche-uva
o, se volete, Mordano-Moser: questo, a scelta, il nuovo gemellaggio
nato sabato 13 novembre 2010 allorquando una rappresentanza della A.S.
Ciclistica di Romagna ha fatto visita all’Azienda Agricola di
Francesco Moser, il mai dimenticato pluricampione del ciclismo italiano.
Gli accordi erano stati presi in occasione della 1° edizione della
“Strade Bianche di Romagna” che aveva visto Moser presente
a Mordano la sera prima dell’evento.
Erano le 7.30 quando siamo partiti dal Gigi bar: Marco Selleri, il Presidente,
Roberto Medri e Paolo Ceroni, stretti collaboratori del “Giro
delle Pesche e Nettarine”, Roberto Conti, ex professionista di
Bagnara di Romagna, e noi altri, tifosi della bici ed amanti del vino.
Un viaggio sportivo-turistico-enologico-gastronomico: vi par poco in
una sola volta??
Dopo una breve sosta in autostrada, siamo arrivati a destinazione: Gardolo
(Trento) presso il Maso Villa Warth, sede dell’Azienda Agricola.
Ad attenderci il campione, il re della Roubaix, Francesco Moser, in
sella non ad una bici, ma ad un muletto intento a movimentare confezioni
di bottiglie, coadiuvato dal fido scudiero Jean Pierre Vattolo, normanno
di nascita, ma di origini friulane.
E’ stata una soddisfazione difficile da descrivere per chi scrive:
non avrei mai pensato, un giorno, di poter incontrare così da
vicino, in tutt’altre faccende affaccendato, uno di quei miti
del ciclismo che anni addietro ha diviso l’Italia: a chi lo ricorda,
ma anche a chi non potrebbe ricordarlo vista la giovane età,
Moser e Saronni divisero a metà i tifosi del ciclismo, come prima
avevano fatto Coppi e Bartali, Gimondi e Motta.
Dopo i saluti e le presentazioni di rito, annaffiate dall’ottimo
spumante “ Moser 51,151” a ricordo del record dell’ora
del gennaio 1984, Francesco ci ha accompagnato prima a visitare la cantina
ricavata nella roccia, poi lungo i filari dell’Azienda Agricola,
antico podere vescovile, che si estende sulle verdi colline di Gardolo
di Mezzo, su una superficie di 25 ettari di cui 10 a vigneto.
Accompagnati da una splendida giornata di sole, lo scenario che si poteva
ammirare era, a dir poco, incantevole: dai “belvedere” del
Podere alzando gli occhi si vedevano, a sinistra, le già innevate
piste del Bondone, mentre a destra troneggiava il picco di Fai della
Paganella coi suoi innumerevoli ripetitori.
Abbassando lo sguardo, invece, si poteva ammirare uno scorcio della
valle dell’Adige, quasi ci trovassimo in un incantevole anfiteatro
naturale.
Ritornati al Maso, Moser, per ringraziarci della visita ed in segno
di amicizia con Roberto Conti, ha fatto dono a ciascun componente la
delegazione(8) di un cartone contenente 6 bottiglie di vino della sua
produzione.
Per ricambiare tanta ospitalità, abbiamo invitato a pranzo Francesco
che però ha posto una condizione: il vino lo offriva lui, e così
siamo entrati al ristorante con il vino “sottobraccio”.
Mangiando bene e bevendo meglio, a tavola è uscito di tutto:
aneddoti, storie vere, forse qualche leggenda, ma tutto improntato alla
schiettezza e alla sincerità del campione che le raccontava.
Terminato il pranzo abbiamo accompagnato Moser a Trento nel Palazzo
della Provincia, dove, in uno splendido salone tutto dipinto, si stava
svolgendo l’incontro annuale degli Azzurri Trentini, atleti che
negli anni hanno indossato la maglia azzurra nelle varie discipline:
abbiamo visto la Belluti (ciclismo), Nones (sci di fondo) Bernardi (pallavolo),
e tantissimi altri di cui non ricordo più il nome (ah, il traminer
che effetto che fa!!!).
E qui la visita è terminata: ci siamo salutati, con molta commozione
ma altrettanta soddisfazione da parte di tutti.
Il Presidente Marco Selleri ha ringraziato Francesco Moser a nome dei
presenti e di tutti i tesserati dell’A.S.C. di Romagna, per la
disponibilità e la pazienza dimostrate nel rispondere alle nostre
domande che sembravano più “interrogatori”, ed ha
preso un impegno, quello di continuare nel “gemellaggio”,
eventualmente con altre iniziative, anche particolari, come quella di
partecipare nel 2011 alla vendemmia presso il Maso, consumando alla
fine una maestosa “paella” preparata in loco dal famoso
cuoco Malipone. Un’idea cui Moser non si è sottratto, anzi:
….se son rose fioriranno.
Siamo quindi rientrati a Mordano, molto accaldati, non dal vino ma dall’impianto
di riscaldamento che non funzionava (anzi funzionava troppo), consapevoli
di aver trascorso una giornata particolare, molto particolare in compagnia
di un grande campione dello sport più popolare che ci sia: la
bicicletta.
Biso e Bisa