15 marzo 2005.
Il simbolo dell’ASC (Associazione Sportiva Ciclistica di
Romagna), società organizzatrice del Giro Ciclistico Pesche Nettarine,
è una bicicletta, con i due frutti che rappresentano le ruote
e le due foglie di pesca che formano l’atleta. Un simbolo che
rappresenta un primo indizio, affinché il lettore possa capire
“chi siamo”.
Già, chi siamo? Da dove veniamo? Ma, soprattutto, dove andremo?
Non è necessario scomodare filosofi, professori universitari
o studiosi di storia antica per rispondere. La storia della nostra manifestazione,
infatti, è piuttosto recente. Anzi, per meglio dire, la nostra
vicenda sportiva è così giovane che sarebbe più
corretto definirla cronaca. Una cronaca, però, così intrisa
di avvenimenti, di personaggi, di passione popolare, di feste, di cose
belle e, qualche volta, poche volte, anche brutte, che … ci sembra
di esistere da sempre. Ora basta con le chiacchiere e andiamo al sodo.
Chi meglio del creatore, inteso come creatore della manifestazione,
può spiegare “chi siamo”? Ed allora
sotto con le domande. Le domande a Giuseppe Gaddoni,
il Presidente dell’ASC di Romagna, la società organizzatrice
della corsa. Giuseppe Gaddoni, frutticoltore con la “malattia”
del ciclismo. Giuseppe Gaddoni, Presidente del “Nettarine”
da sempre.
Signor Gaddoni, com’è nata l’idea di organizzare
una gara a tappe di così alto livello tecnico?
«E’ nata da un gruppo di appassionati di ciclismo del circondario
di Imola e di Lugo di Romagna» racconta il Presidente «Un
gruppo di amici che già aveva una certa esperienza organizzativa
maturata nell’allestimento di due corse per dilettanti. La “Due
giorni romagnola”, che si disputò fra la fine degli anni
ottanta e l’inizio degli anni novanta e la “Quattro giorni
romagnola”, organizzata fino al 1995. Erano gare singole, legate
da una classifica finale a punti e sono state il nostro trampolino di
lancio. Ad una di quelle gare partecipò anche Marco Pantani»
ricorda commosso Gaddoni «che sul circuito della Serra staccò
tutti, per essere poi ripreso dal gruppo nella fase finale pianeggiante.
In quell’anno Marco vinse il Giro dei dilettanti e tutti lo seguivamo
con passione». Parli di ciclismo, di gare piccole o grandi che
siano ed il Pirata è sempre lì, presente con le sue imprese,
con il suo carisma. Chi ama il ciclismo non lo può dimenticare,
per questo Marco Pantani non morirà mai. Come Coppi. Nel 1996
quel gruppo di appassionati, affiancato da altre persone che venivano
da esperienze in altri sport, volle fare un passo in avanti e nacque
il Giro Ciclistico Pesche Nettarine di Romagna. Molti lo considerarono
un azzardo, ma quel gruppo di appassionati ebbe ragione e sta vincendo
la sfida alla grande.
Presidente Gaddoni, da dove nacque il nome “Giro Ciclistico
Pesche Nettarine”?
«Volevamo e vogliamo tuttora fare opinione su un prodotto che
è tipico delle zone dove si sviluppa la nostra corsa ciclistica.
Il triangolo formato dai comuni di Imola, Ravenna e Cesena» sottolinea
Gaddoni «costituisce un’area, una zona “vocata”
per le pesche Nettarine. Questo significa che il giusto compromesso
fra il clima, le caratteristiche del terreno e l’esperienza dei
produttori fa sì che questo prodotto, in questa zona “tipica”,
assuma caratteristiche uniche in Italia. Caratteristiche che noi abbiamo
voluto evidenziare tramite la nostra manifestazione ciclistica».
Il Presidente Giuseppe Gaddoni abita a Mordano, un comune che fa parte
del suddetto triangolo. Triangolo che delimita la zona “vocata”
delle pesche Nettarine. Un triangolo, però, “vocato”
anche per il ciclismo. Il ciclismo dei Conti, inteso come i fratelli
Silvia, Maurizio e Riccardo, ma anche il ciclismo di Roberto, il Conti
di Bagnara, amico e gregario di Pantani (ecco che ritorna il Pirata!),
che vive appena al di là del fiume. Il ciclismo dei Lanzoni,
Settembrini, Dall’Olio, Pelliconi, Cembali, Fontanelli, Patuelli,
Vergnani, Coppolillo, … e ci fermiamo qui, per non andare più
indietro e perderci nella nostalgia.
Perché, Presidente, la gara è riservata esclusivamente
agli Under 23?
«Abbiamo voluto abbinare alla nostra corsa l’immagine più
bella del ciclismo» risponde Gaddoni «quella cioè
del confronto dei giovani fra loro».
Al vincitore viene consegnato l’aratro d’oro. Quale
il suo significato?
«L’aratro è un simbolo di fatica» spiega Gaddoni
«Quale miglior emblema per un giovane che deve fare sacrifici
per raggiungere il massimo dei risultati?».
Quel “massimo di risultati” che il Giro Pesche Nettarine
di Romagna sta “cogliendo”, il verbo è quanto mai
adeguato, dalla prima edizione. Con quali forze a disposizione?
«All’organizzazione della gara partecipano oltre cento appassionati,
coordinati dall’ASC di Romagna, che ha sede a Mordano e che conta
una trentina di soci» ricorda Gaddoni «un’associazione
che presiedo e che ha l’unico scopo di organizzare questa corsa
e, quando è possibile, di devolvere ad associazioni benefiche,
per il bene della Comunità, quel che può rimanere in cassa
dopo la manifestazione. L’ACS di Romagna è, infatti, una
società sportiva senza scopo di lucro».
Presidente, per far capire meglio al lettore “chi siamo”,
ci può dire in due parole quale è l’obiettivo che
l’ASC di Romagna si pone per questa corsa? A quali livelli la
si vuole portare? C’è, nel fondo del cassetto, il sogno
di poterla organizzare un giorno per i professionisti?
«L’unico nostro obiettivo è quello di fare sport,
turismo, promozione del prodotto e folklore» è la risposta
senza indugi del Presidente Gaddoni «Il nostro obiettivo, lo sottolineo,
è quello di organizzare una festa di sport. Credo che organizzare
una corsa con 40 squadre al via di cinque corridori ciascuna sia già
di per sé stesso una grande festa di sport. Quasi unica. A questo
aggiungo che ci tengo particolarmente che la nostra ospitalità
sia apprezzata e sia sempre la migliore possibile».
Mettere in piedi una manifestazione di questo livello deve essere
molto complesso. Quando inizia a lavorare la macchina organizzativa?
«Le giornate di gara sono quattro, ma le tappe sono cinque visto
che la giornata finale è divisa in due semitappe. Le sedi di
partenza e di arrivo sono da contattare con grande anticipo per definire
il tutto con grande precisione. Beh, vi assicuro che dal giorno successivo
alla conclusione della gara, occorre già iniziare a pensare all’edizione
successiva».
Come ha organizzato i suoi collaboratori, Presidente?
«Ogni settore ha un responsabile, una persona fidata che gestisce
in autonomia i suoi uomini. Per esempio c’è chi si occupa
della pubblicità, chi della zona di arrivo, chi di quella di
partenza, chi degli automezzi e così via. Tutti rispondono alla
Direzione generale del Giro».
Compreso, ovviamente, l’addetto stampa, al quale spetta di diritto
l’ultima domanda.
Presidente, dica la verità, quanto incidono gli sponsor
nella decisione del percorso?
«Devo dire che gli sponsor non hanno mai imposto scelte tecniche
sui percorsi» conclude Gaddoni «lasciando ampio spazio di
manovra ai tecnici, che possono così decidere la durezza o meno
delle tappe. Naturalmente le sedi di partenza e di arrivo le scegliamo
insieme ai nostri sponsor maggiori».
Care lettrici, cari lettori, ci auguriamo che l’intervista che
ci ha gentilmente concesso il Presidente Giuseppe Gaddoni abbia contribuito
a darvi informazioni sufficienti per farvi capire “chi
siamo”. Vi invitiamo tutti fin d’ora a seguire
le nostre “news” ed i nostri Comunicati stampa nel nostro
sito, che con l’avvicinarsi dell’avvenimento saranno sempre
più puntuali ed interessanti e vi permetteranno di seguire la
corsa come se …foste anche voi in gruppo.
A presto.
Normanno Bartoli
Addetto stampa del Giro Ciclistico Pesche Nettarine di Romagna
2005